Sbatti il CAAB in prima pagina

Appunti a cura del Lab. Off Topic sul fuoco incrociato ai danni di chi lotta, di chi occupa, di chi abita.

L’alba di mercoledì 29 ottobre ha salutato 5 attiviste/i del Comitato Autonomo Abitanti Barona con perquisizioni a diverse abitazioni e la notifica di 5 misure cautelari. L’indagine della questura di Milano, nata da una fantasiosa querela di parte, affresca un quadro osceno del collettivo che, nella periferia sud di Milano, da anni lotta per il diritto alla casa e ad una vita degna. Una manciata di ore dopo l’avvio dell’operazione repressiva, solo la gravità dei reati contestati supera il tono grottesco con cui la stampa fa eco alla questura. 

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Appunti No Tav

No Tav: che cos’è un movimento popolare

Dal Primo Maggio torinese alla marcia popolare del 27 luglio, passando per campeggio studentesco, Alta Felicità e passeggiate notturne, il movimento No Tav è tornato a crescere a riaffermare sempre più la sua centralità come fronte più caldo dell’opposizione al governo di Matteo Salvini.

L’attuale fase di lotta è caratterizzata dalla presenza al governo dell’unico “partito amico” mai avuto nella storia politica recente. I 5 Stelle hanno costruito parte della propria identità e del proprio consenso elettorale proprio nella contrarietà ad alcune opere che consideravano, un tempo, inutili e dannose, in affinità con il sentire popolare: ma esattamente come successo in altri casi di voltafaccia davanti a movimenti territoriali e vertenze di lungo corso – pensiamo ai No Tap a Melendugno e alla vicenda dell’ILVA a Taranto – è proprio la loro irriducibilità ai grillini che ne rende centrale il ruolo nell’opposizione e nella prossima caduta di questo governo di miserabili. Merito di questi movimenti e in particolare, per la sua ampiezza, del movimento No Tav, è stato di far esplodere le contraddizioni interne ai loro principali sponsor politici più che di promuoverli in politiche nazionaliste e razziste, come invece sostengono i detrattori.

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San Siro: le ragioni di un conflitto

Su questo tema siamo intervenuti anche in occasione di uno speciale di Radio Onda d’Urto che puoi riascoltare a questo indirizzo.

Un nuovo stadio da 60.000 posti (occupando un’area di 128.000 mq) da costruirsi adiacente all’attuale San Siro laddove oggi ci sono i parcheggi. 140.000 mq di aree (quella della Stadio attuale e relative pertinenze) da edificarsi a centro commerciale, uffici, strutture ricettive e alberghiere, con un indice di edificabilità di 0,7 mc/mq. Questa la proposta progettuale a due fasi (prima lo stadio, poi il resto previo abbattimento di San Siro) fatta da Inter e Milan al Comune dì Milano nei giorni scorsi. Obiettivo dichiarato: avere una cittadella ludico-commerciale in grado di attrarre consumatori e turisti e generare business e profitti per le due squadre meneghine 365 giorni all’anno, così da colmare il gap economico e la “potenza finanziaria” con i maggiori club europei. Questi sono i dettami del calcio moderno, sempre meno sport da vivere e praticare e sempre più business da far fruttare in maniera lecita (merchandising, stadi di proprietà, attività commerciali, diritti televisivi) o illecita con la gestione mafiosa e criminale, a braccetto con i gruppi neofascisti, delle curve e dei gruppi ultrà e relativi biglietti e materiali fino alla gestione dello spaccio dentro lo stadio.

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Scali ferroviari milanesi. La turbo-città privatizzata per élite

La pubblicazione del bando per gli scali Farini e San Cristoforo, ha avviato nei mesi scorsi la grande operazione di trasformazione degli scali ferroviari milanesi (oltre ai citati, Greco, Lambrate, Rogoredo, Porta Romana e Porta Genova). Un passaggio chiave che accelera una vicenda, iniziata molti anni fa, il cui destino sembra essere inevitabile: il più vasto intervento su Milano degli ultimi anni (1.250.000 mq di superficie complessiva interessata, pari a centottanta campi di calcio) e la privatizzazione, di fatto, di aree del demanio pubblico, vendendo i semplici diritti edificatori. Andiamo con ordine e facciamo un passo indietro.

A questo indirizzo trovate l’articolo completo, che abbiamo pubblicato su Napoli Monitor.

Qui invece il nostro ripassone (via podcast) per Radio Onda Rossa di Roma.

Assemblea pubblica: progetti, non cemento, per il ParcoDelleCave

STOP ASFALTO, CEMENTO E ILLUMINAZIONE MOLESTA.
Vogliamo 5 milioni al servizio del Parco delle Cave! [qui l’evento fb e qui il .pdf da scaricare per la stampa dei volantini]

Il progetto del Comune e Municipio 7, con gli oneri di urbanizzazione del progetto Seimilano, vuole trasformare il Parco delle Cave aggiungendo cemento (parcheggi e bar a due piani), asfalto (con nuovi viali bitumati) e illuminazione molesta e dannosa anche nel cuore dell’area verde.

Ma il Parco delle Cave è più di un parco urbano tra i molti:
1. ha una vocazione agricola e naturalistica unica nella periferia ovest della città
2. è un anello della catena che congiunge lungo un importante corridoio verde il Parco agricolo Sud con il Parco Nord
3. è l’esito (sempre migliorabile!) di 20 anni di passione, progetti, soluzioni per riconnettere quartieri troppo spesso dimenticati e di rivendicare il primato del verde per la qualità dell’aria e della vita di tutte e tutti noi.

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