Progetti, non cemento, per il Parco Cave: la festa!

Non basta. Non bastano le promesse, non bastano le dichiarazioni. Il dietrofront all’invasione del cemento e dell’asfalto nel Parco delle Cave va confermato nei fatti.

L’azione civile del quartiere ha mostrato che anche una convenzione “blindata” come quella di Calchi Taeggi, può essere migliorata se gli abitanti si fanno sentire e rivendicano insieme la gestione dei Beni Comuni. Sono queste le vere azioni di politica pubblica che, passo dopo passo, possono domare l’atteggiamento escludente dei nostri amministratori.

Malgrado l’ottimo risultato raggiunto, siamo sempre tenuti all’oscuro dei particolari di come realmente verranno spesi questi 5 milioni di euro. Dobbiamo continuare ancora a chiedere, a manifestare, a fare petizioni per poter avere ciò che ci spetta di diritto e cioè un serio e condiviso dibattito pubblico sul territorio? Per esempio perché non investire risorse per eliminare tutto l’asfalto esistente nel PdC? Si potrebbe usare ogni euro risparmiato per realizzare, con poca spesa, percorsi in terra compattata che i tecnici hanno già considerato fattibili.

Il versante Ovest di Milano e in particolare le sue aree a verde sono continuamente sotto attacco, soprattutto ora, nella fase finale di riscrittura del Piano di Governo del Territorio: lo sfuocato destino di Piazza d’Armi all’interno della Grande Funzione Urbana, il futuro dello Stadio di San Siro e dell’area del Trotto, la possibile demolizione delle due grandi strutture sanitarie del San Carlo e il San Paolo, aprono scenari di trasformazione radicale del nostro territorio.

Sono tutti ambiti pubblici caratterizzati da vaste aree verdi. Progetti supportati da una politica urbanistica che in modo diretto o indiretto asseconda l’interesse dei privati e dei loro investimenti. Investimenti che a Milano, oggi, fanno l’Urbanistica. Crediamo che il maquillage “Green” di questa Giunta e il suo instancabile supporto alle iniziative edilizie di stampo privatistico (senza nessuna reale compensazione ambientale) potrebbero mettere a rischio la qualità urbana di questa parte di Milano dalle grandi potenzialità pubbliche e ambientali.

Per questo motivo, forti dei risultati ottenuti sin qui, rilanciamo il nostro osservatorio permanente con lo scopo di confermare il cambio di rotta della giunta su questo singolo progetto e per informare la cittadinanza sui progetti nocivi che ancora insistono sul nostro territorio.

Far West Milano