Sullo Scalo Farini e San Cristoforo

Dopo aver partecipato al bando, ed esserne stato inspiegabilmente escluso, il collettivo Off Topic condivide alcune considerazioni in merito al Masterplan che ha vinto il concorso indetto da FS e Coima Sgr sugli scali Farini e San Cristoforo.

a) L’immagine che più ha girato su giornali e social è una evidente alterazione della realtà. Una conferma di quanto molti sanno ma fanno finta di non capire: i render NON sono l’immagine che anticipa una trasformazione, NON servono per “vedere prima come viene alla fine”. Al contrario sono immagine di un futuro che non sarà mai realizzato, realistico solo sul piano del marketing territoriale.
Il bando Farini ha premiato di fatto questa dimensione, sostituendo al piano di realtà il suo opposto: la finzione estetizzante. Per “rovesciare il rovesciato” abbiamo ricostruito il render restituendo ai palazzi della zona il loro grigio-dominante, e levando quelle imbarazzanti tonalità confetto/pastello che siamo sicuri mai avrebbero trovato il consenso né del mercato, né dei cittadini né degli architetti.
Qui sotto ne potete apprezzare il risultato.

b) Lo scalo è lo scalo. Quindi riteniamo inutile (oltre che strano e sospetto) che nel masterplan sia incluso, senza soluzione di continuità, anche il Cimitero Monumentale (a meno che si volesse barare sul verde ma non vogliamo pensar male). Nella speranza che non ci sia da qualche parte un’offerta di COIMA anche per rilevare il Cimitero e trasformarlo in un nuovo smart district della city. Abbiamo tolto allora anche il cimitero, restituendo all’area le tonalità reali.

c) Lo scalo non nasce dal nulla: esiste da prima di Maran. Lo scalo Farini esiste da quasi un secolo e l’abbandono di buona parte della sua area da parte delle FS, a partire dagli anni ‘80, ha permesso alla natura di prendersi qualche rivincita. La foto aerea dello scalo attuale ci mostra estese aree verdi composte da decine di alberi di medio e alto fusto. Lo scalo Farini oggi (618.000 mq) è già di fatto un polmone verde ri-naturalizzato di quasi 200.000 mq.
Il Masterplan ci regala un parco ‘lineare’ di circa 180.000 mq e ulteriori ritagli verdi sparsi qua e là ma il verde evidentemente c’è già. Potremmo cominciare col tenerci quello!

d) Scommettiamo? Se avessimo scommesso avremmo vinto. La maggior parte dei volumi è ammassata a ridosso di via Valtellina. Cioè esattamente dove i valori immobiliari sono più alti e garantiscono una rendita più elevata.
L’ennesima conferma che la grande macchina (del consenso) formata da P.G.T., concorsi, A.d.P., amministrazione, Coima, Maran e altri punta solo a massimizzare gli investimenti, senza curarsi del verde, dei servizi, della partecipazione, della città e dei cittadini. O meglio: verde, servizi e partecipazione sono solo oggetti di un arredo urbano posto sul mercato e utile solo se capace di generare valori economico/finanziari.

e) Ma quanto verde c’è? La domanda è piuttosto legittima. Il Masterplan dovrebbe raccogliere le indicazioni dell’Accordo di Programma, che prevede nello scalo Farini più di 300.000 mq a verde e parco. Abbiamo provato a fare qualche misura.
Il parco lineare, cioè la striscia a Nord dello scalo, lato Isola, misura circa 180.000 mq.
Gli sfridi a Sud dello scalo sono altri 110.000 mq, in parte già esistenti, come i giardini di via Messina o le aree sotto il cavalcavia Farini. Però non sembrano tutti destinati a verde: vanno sottratti gli edifici della manutenzione (7.500 mq) che sopravvivono e tre nuovi grattacieli (in totale almeno 6.000 mq) che spuntano nel Deposito delle auto rimosse della Polizia Municipale.
In mezzo ci sono i binari, ovviamente colorati anch’essi di verde, perchè non guasta mai.

f) E i volumi? Sono ovviamente il massimo realizzabile. Attendiamo i dati ufficiali per capire esattamente cosa dovremo aspettarci.

g) Un masterplan resiliente…ma cosa significa? Significa che in teoria si ipotizzano sei scenari ma in realtà, nella testa dei progettisti, e sicuramente anche in quella di Maran e Catella, gli unici scenari accettabili sono quelli che vedono Milano città globale, o, se va male, capitale europea. Vietato pensare ad una sfigatissima Milano dove lo scalo Farini diventa una normale zona residenziale o, peggio, luogo dove convivono piccoli insediamenti residenziali e produttivi. Il pensiero unico proibisce di pensare a una città a misura d’uomo e di donna normali!

Qui il link all’opuscolo sugli scali prodotto da Off Topic.