Democristiano, pregiudicato, immanicato: per Expo 2015 profilo perfetto!

Prendete un manager navigato di aziende ed enti pubblici o assimilati, Claudio Artusi, un figlio della DC prima repubblica, condannato per corruzione, già manager dell’Anas e amministratore delegato di Fiera Milano, nonché di Sviluppo Sistema Fiera, per cui ha curato la vendita dell’ex area fieristica in città a CityLife, di cui è diventato poi presidente fino al 2012; amico di Roth, deus ex macchina di Fiera, e con targa Compagnia delle Opere. Bene, dicevamo, prendete il suddetto personaggio, mettetelo al coordinamento degli eventi di Expoincittà, ossia la rassegna culturale che per tutto il 2015 dovrebbe animare Milano durante Expo2015.

expoincitta
Unite a questa bizzarra nomina, evidentemente bipartisan visto che Expoincittà dipende dal Comune di Milano, due vecchi arnesi della prima tangentopoli come Greganti e Frigerio (entrambi indagati e agli arresti domiciliari per tangenti legate agli appalti di Expo); aggiungeteci a piacimento le tante figuracce che ExpoSpa sta facendo tra dichiarazioni, expo flop, litigi, ritardi e rinunce, ed avrete il cocktail perfetto che riassume a 180 giorni dall’apertura dei cancelli, lo stato delle cose dalle parti di via Rovello. Manca solo di trovare Sala, Pisapia e Maroni in piazza Duomo a fare l’elemosina per i soldi mancanti e Foody in un centro per il compost e il quadro sarebbe completo.
A guardar bene a quello che sta accadendo sembrerebbe che un nucleo di NoExpo si sia abilmente infiltrato nella macchina organizzativa di Expo con il chiaro intento di sovvertirla dall’interno, ma purtroppo non è così. Ormai gli argini sono rotti: i tempi stretti, le inchieste, la lotta NoCanal, la montante rabbia contro il lavoro volontario, stanno facendo evidentemente perdere la misura ai vertici di Expo Spa e ai suoi partner e soci Istituzionali. Il senso di ultima spiaggia affidato ad Expo anche dal governo Renzi e i contenuti eversivi che i dispositivi del megaevento si portano appresso, stanno in realtà rivelando tutti le bugie e le false attese costruite attorno a Expo da 7 anni a questa parte.
Da un lato abbiamo Cantone, un supercommissario anticorruzione con delega alla supervisione degli appalti di Expo, in deroga ai poteri speciali del commissario unico Sala, che già gode di abbondanti deroghe su leggi e procedure standard, che si dice impotente e che, di fronte a tangenti dichiarate e corruzione esplicita per gli appalti della Via d’Acqua, delle strutture di servizio e del Padiglione Italia, si limita a commissariare le imprese coinvolte senza nulla eccepire su appalti, costi, natura e utilità reale dei progetti e delle opere pagate con debito pubblico e per cui sono state pagate tangenti o alimentate corruzione e malaffare (per tacere di quanto le mafie hanno sguazzato in tutto ciò tra movimento terra, subappalti, caporalato).
Dall’altro assistiamo a un teatrino che continua come nulla fosse, senza neanche la decenza di guardare i curriculum dei candidati manager che verranno pagati per far funzionare la macchina del megaevento, annessi e connessi; questo mentre contemporaneamente si fanno le pulci ai candidati non in linea (di pensiero forse?) rispetto ai profili per i tanti lavori gratuiti (il volontariato è roba seria non staccare i biglietti o dare indicazioni a chi non trova i cessi) che Expo propone e necessita a fronte dei pochi posti effettivamente retribuiti.
Alla faccia della retorica del Sindaco Pisapia su Expoincittà, a noi sembra che finora questi eventi stiano rilanciando solo le quotazioni di vecchi personaggi di cui pensavamo di esserci liberati, a conferma di quanto diciamo non da oggi, ossia che il problema non è legalità o meno, ma quello della corruzione non solo politica ed economica, ma anche culturale e ideologica che Expo genera e di cui si alimenta. Non c’è niente di illecito nella nomina di Artusi, ma certo è imbarazzante il suo curriculum e la sua attitudine al conflitto di interessi (ma anche di questo dalle parti di Expo sono esperti sin dalle origini..)
Tangenti, bonifiche non fatte, sfruttamento e lavoro gratuito, un sottobosco di malaffare che torna protagonista, mafie, costi e conseguenze scaricate su collettività, tutto pagato con debito pubblico, ma la retorica non si ferma, anzi si fa tossica, nel momento in cui, ma anche questa non è una novità, usa i più indifesi per guadagnare il consenso mancante. Ed ecco così che ai millantatori reclutatori di volontari nelle scuole superiori e nelle università, si uniscono, in maniera meno evidente, più soft, presidi e insegnanti delle scuole dell’obbligo che inseriscono Expo nei piani didattici 2015, con visite e approfondimenti. Senza alcuna possibilità di confronto o critica, se non negli inutili istituti di rappresentanza delegata, e giocando sulla fascinazione e sull’impossibilità di opposizione da parte di alunni e alunne.
Se non è corruzione questa come chiamarla?
Se non sono buoni motivi questi per scioperare Expo cosa serve ancora che accada?
Noi vi aspettiamo il 14 novembre alle 9.30 in L.go Cairoli. Perché scioperare Expo oggi, boicottarne e sabotarne gli ingranaggi nel 2015, costruirne critica e opposizione dal basso, sono per noi requisiti fondamentali e necessari per rivendicare e agire quel diritto alla città che sempre più l’economia neoliberista globalizzata, di cui Expo è immaginario, dispositivo e paradigma, ci nega.

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