Città studi: una questione aperta, una proposta per continuare

 

Parigi, 1953
Intorno alle metà dell’800, durante il regno dell’imperatore Napoleone III, fu scelto come prefetto di Parigi il Barone Haussmann, uomo forte e deciso, descritto dalle cronache del tempo come intelligente, ambizioso e subdolo.
La trasformazione che il Barone impose a Parigi fu drastica. Adottò come nobile alibi la creazione di una nuova città, pulita e luminosa, capace di garantire, sul piano igienico e sanitario, condizioni minime di vivibilità per le masse di contadini che dalle campagne si riversavano nella capitale. In effetti la sua opera, sorretta da scrupolosità balistica, mirò alla completa distruzione di quel reticolo di vie e viuzze contorte del centro – famosa era la zona del mercato di Les Halles – che erano luoghi di epidemie ma soprattutto di rivolte.
Hausmann sventrò tutto. Trasformò l’urbanistica – se tale fu la sua competenza – in una scienza al servizio del potere, della forza e della repressione. I nuovi grandi viali dovevano essere percorribili da carri e cavalieri, e non dovevano offrire riparo dai colpi di cannone. I nuovi isolati di geometrica precisione trasformarono la Parigi di Hugo nella Città degli Eventi (oggi diremmo la città vetrina) e diedero impulso ad una innovativa dinamica speculativa, meglio nota come rendita.
I problemi veri rimasero irrisolti. I poveri rimasero irrimediabilmente poveri, i ricchi diventarono se possibile più ricchi, il potere ne approfittò per rinforzarsi.

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Presidio: Volontariato postmoderno? Sfruttamento medievale

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Mercoledì prossimo parteciperemo anche noi al convegno “Volontariato post-moderno. Da Expo Milano 2015 alle nuove forme di impegno sociale“. Nonostante l’impegno profuso a scandagliare l’economia della promessa del grande-evento non siamo stati invitati, quindi il nostro contributo comincia con questo appuntamento e con questo documento (che trovate anche su fb). Di seguito l’appello apparso in rete.

Volontariato postmoderno? Sfruttamento medievale

C’era una volta il volontariato, progetto o iniziativa svolta per sostenere progetti e associazioni non a scopo di lucro. Poi venne Expo (che voi direte, fa così tanto 2015) e a Milano furono 8500 gli studenti, giovani e meno giovani non pagati, per sostenere le finanze del grande evento…un passaggio fondamentale dal punto di vista culturale, che ha sdoganato il volontariato come lavoro non retribuito, tempo ed energie spese per sostenere un’impresa tutt’altro che no profit. Leggi tutto “Presidio: Volontariato postmoderno? Sfruttamento medievale”

Opuscolo: quale eredità per Expo 2015

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Dopo Expo, Expo continua. L’abbraccio velenoso del grande-evento ha stordito la sinistra milanese, abbattuto Pisapia e incoronato Beppe Sala a (candidato) sindaco di Milano. Un testacoda mortale che blocca la città al ritmo del Pd renziano.

Nell’epoca del post-Expo si muove la post-politica dei commissari e dei manager, scorciatoia autoritaria per una classe politica debole, conformista, allineata alle posizioni del capo…gli atti del convegno sono disponibili al PianoTerra, scrivendoci ai nostri contatti, nelle iniziative che Off Topic porta in giro per lo stivale.

#passaparola

Cronache n. 02 | Grandi previsioni, grandi responsabilità

A grandi previsioni corrispondono grandi responsabilità

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Pensavo che lo scroscio temporalesco notturno m’avesse rinfrescato le idee, giunto nella gabbia di cemento di piazza Duomo tutto ritorna ad offuscarsi. Il centro di Milano in estate è un microonde. Il Duomo offre un momento di refrigerio ma per entrarvi ora si deve pagare. I fucili dei militari ne difendono i confini, a lato s’intravedono camionette pronte a partire nel caso i tedeschi tornino ad invaderci. Non c’è più la mela di Pistoletto: il sole ne aveva bruciato la parte superiore, la temporaneità dell’installazione era però forse già programmata. Mela ad evanescenza programmata, forse era questo il titolo dell’installazione.
Il picco turistico in centro a Milano, ad occhio, ogni anno avviene da fine aprile ad inizio giugno.
La città, anche nell’anno di Expo2015, pare esser sopravvissuta. Anche al tradizionale concerto di RadioItalia, che quest’anno ha sfoggiato il Liga. Anche all’arrivo del Giro d’Italia (evento Expo….) che come spesso capita è giunto a Milano ed ha incoronato il Pistolero, nonostante la crisi del Sestriere.
Mentre i flussi turistici in Duomo, nel mese di maggio, ad occhio potrebbero esser leggermente aumentati, oggi si torna alla calma piatta di questo periodo, in cui le scuole sono finite ma le vacanze in pratica non sono iniziate. Ora è il turno degli oratori, che da tutta Italia dovrebbero convergere a Milano in visita ad Expo e, se tutto va bene, un giro al Duomo se lo faranno.

Monta in città la polemica sui numeri reali di Expo, secretati dal commissario unico. Al di là degli ingressi nel sito, i flussi turistici sarebbero ricavati anche semplicemente dai passeggeri dei mezzi pubblici, dalla racconta rifiuti, dall’imposta di soggiorno, da dati quindi utili ad offrire un numero utilizzabile sia per ragionare sul mega-evento sia per ragionare sul suo indotto. L’unico numero invece che viene sbandierato ai quattro venti è l’aumento delle transazioni con carta di credito, frutto evidentemente della ristorazione hi-tech di Expo2015.
Cassieri di tutto il mondo, fatevene una ragione: questo è il motto di CartaSi, impegnata come tutti ad offrire di sé un’immagine anche di sinistra, dalla parte dei lavoratori.
I commercianti milanesi però non ci stanno: i turisti promessi da Expo non esistono! Alcuni di noi addirittura stanno subendo cali nelle vendite!

Premesso che dei commercianti milanesi in sè, oggi per lo più gestori di negozi in franchising, nutro lo stesso interesse che posso avere per una pinzatrice inceppata, ricordo che la questione dell’indotto Expo è fondamentale per riuscire ad orientare le mie future indagini. L’Università Bocconi, per la campagna elettorale della Moratti, presentò una ricerca i cui numeri fanno ancora girare la testa a molti milanesi, che continuano a ripetere il mantra della grande occasione come se fosse il salmo responsoriale che prelude la tanto attesa fine della liturgia. L’expoentusiasmo suscitato da questi numeri sparati a caso, su cui mi soffermerò la prossima settimana, si è concretizzato materialmente nell’apertura di numerose nuove attività commerciali. A tema cibo ovviamente. Solo in via santa margherita se ne contano tre. Queste nuove attività, banalmente, hanno allargato il campo dell’offerta mentre il campo della domanda, in realtà, non si è altrettanto allargato. Certo, c’è Expoincittà ad offrire eventi impedibili come l’Aperitivo Svizzero ed il Fashion Show del Gruppo Coin.. Ci sono i Navigli che soprattutto il fine settimana sono pieni, ma in quale dimensione i locali di Darsena e limitrofi non sono pieni d’estate? Senza considerare poi la concorrenza spietata di Expo2015 ed i suoi splendidi e costosissimi ristoranti, senza considerare le dimensioni del sito expo che costringono il visitatore ad impiegare (questo a detta degli organizzatori, non dei detrattori) più giorni per la visita, giorni inevitabilmente sottratti alla visita della città. Senza considerare il fatto che all’interno del sito Expo non esiste alcuna promozione reale della città che sta ospitando l’evento, poiché nel libero mercato è un competitor della città di Milano. L’unico incremento consistente pare quindi essere quello degli alberghi del nordovest, in zona Expo quindi, incremento che potrà essere capitalizzato anche dopo expo visto che su quei terreni, ancora una volta, importanti università milanesi stanno ragionando sul che fare dopo l’esposizione universale. Il prossimo anno le macerie di Expo potrebbero sedurre nuovamente milioni di visitatori, oppure è solamente un’ipotesi azzardata formulata in una giornata di sole acido a pochi metri dall’ombra del padiglione Zero.

La polemica inerente le aperture serali da prolungare ha reso evidente un nervo scoperto portando in piazza lo scontro degli interessi dei commercianti milanesi con quelli del sistema expo strettamente inteso. Un giro in centro, una passeggiata nella movida, un salto al mercato metropolitano, una foto alla nuova Darsena ed ai suoi splendidi mattoncini rosa mi hanno reso evidente quello che sulla carte era prevedibile da tempo: a grandi previsioni corrispondono grandi responsabilità.
I numeri di Expo riusciranno a ribaltare la frittata? Lasciatemi una settimana di tempo per indagare…..

Appendice:
Comunicato della rete NoExpo sui licenziamenti Expo e sul filtro della questura (ci mettiamo il titolo giusto ovviamente ora sono parzialmente scollegato e non riesco a reperirlo)

 

Appendicite:

Opinioni moderate dal versante modaiolo
Il solito Barbacetto
Ai confini di Expo: l’obesità si può combattere anche quando pare non esserci più speranza
ExpoInCittà: 34683 (,38 periodico) appuntamenti: anche solo per sbaglio può essere che vi parteciperai. Non farti troppe domande, inserisciti nel vortice del divertimento culturistico!
Gli svizzeri rosiconi vanno a verificare l’esattezza delle critiche NoExpo su numeri e biglietti venduti.