Toxicity: questa città è una camera a gas. Dati, centraline, qualità della vita

PREMESSA
Circa un anno fa abbiamo avviato un percorso legato alla costruzione di centraline per il rilevamento “autogestito” del microparticolato presente nell’aria che tutte e tutti respiriamo.

Queste centraline rappresentano la sfiducia verso il preteso monopolio tecnocratico nella rilevazione della qualità dell’aria, affermando la presa in carico collettiva e la consapevolezza che la necessità di un’aria pulita non si può delegare completamente alle autorità. È necessaria una nuova progettualità e un nuovo che sappia andare oltre le soluzioni proposte sino ad ora.

La centraline autoprodotte aderiscono alla piattaforma tedesca Luftdaten, che riunisce in tutta Europa, soprattutto in quella continentale, innumerevoli gruppi di base, individualità, spazi sociali che collezionano in tempo reale i dati della qualità dell’aria rilevati da oltre 6000 sensori autoprodotti.
I workshop per l’autocostruzione di centraline per rilevare PM10 e PM2.5 sono intesi come eventi conviviali e comunitari di attivismo climatico, che partono dall’idea che il dato non sia “dato” ma bensì un costrutto sociale che dipende dal contesto, dagli oggetti e dagli attori che hanno partecipato alla sua costruzione.

Nella convinzione che la riappropriazione della gestione, produzione, analisi e racconto pubblico del fenomeno analizzato permetterà il passaggio da una sfera elitaria del sapere – e delle soluzioni tecniche e amministrative per risolvere il problema – alla sfera pubblica. In ultima istanza, lo smascheramento di un discorso fintamente neutrale a uno capace di riconoscere la dimensione politica della questione della tossicità dei territori e delle città che abitiamo.


DALL’AUTOCOSTRUZIONE AI DATI
In questi mesi le centraline costruite durante le iniziative pubbliche che abbiamo coordinato (a PianoTerra, Macao, Cox, Scighera, per citarne alcune) sono state messe in rete permettendo il monitoraggio in tempo reale dei livelli di PM10 e PM2.5 attraverso la mappa di Luftdaten. Migliaia di misurazioni in tempo reale (una ogni 2-3 minuti circa) che ci permettono di conoscere la qualità dell’aria senza dover aspettare i dati ufficiali delle centraline ARPA (sul territorio ne contiamo 4 per il PM10 e solamente 2 per il PM2.5) che per motivi tecnici e procedurali vengono forniti solo il giorno dopo e sotto forma di media giornaliera.

Ma come fare a verificare la veridicità dei dati prodotti da sensori low cost? Come mappare l’andamento storico dei questi ultimi mesi e che tipo di analisi possiamo fare che i dati forniti ai cittadini da ARPA, meno granulari, non ci permettono di fare? Come dare rilievo al problema attraverso le “nostre” rilevazioni?

Per cominciare ad affrontare questi quesiti abbiamo deciso di organizzare un momento pubblico, all’interno della giornata di Contesto Urbano, per condividere dati e metodi per visualizzarli, e discutere gli scenari futuri dell’iniziativa.

Per prima cosa abbiamo scaricato i dati di 8 centraline tramite il servizio open di Lufdaten e i dati ufficiali di ARPA per il periodo che va dal primo ottobre 2019 al 20 gennaio 2020, periodo nel quale a causa di traffico, accensione dei riscaldamenti e altri fattori contingenti, il limite di 50microgrammi è stato superato per ben 16 giorni.

In questa mappa possiamo vedere il posizionamento delle centraline che abbiamo analizzato durante il workshop.

Come si può osservare dal grafico sottostante, le rilevazioni medie giornaliere per il PM10 e PM2.5 delle centraline autoprodotte e di quelle ufficiali sono abbastanza simili. Durante alcuni giorni le rilevazioni delle centraline autoprodotte riportano valori leggermente più alti poichè, in giornate con alta umidità, il dato andrebbe compensato poichè il sensore ottico non performa al meglio (come per esempio il 15 ottobre).

Per poter meglio osservare le correlazioni e le differenze fra le misurazioni ARPA e quelle di Luftdaten, abbiamo prodotto il grafico sottostante che mette confronto la media delle rilevazione delle nove centraline Luftdaten con quelle delle 4 di ARPA.

Dai grafici è possibile notare un picco intorno al 15 ottobre, data di accensione dei riscaldamenti, seguito da un Novembre con valori bassi a causa delle continue piogge, e un periodo molto critico che va da fine Dicembre a fine Gennaio con il picco del primo dell’anno dovuto ai fuochi d’artificio e ai petardi.

La stesse considerazioni si possono fare guardando i valori del PM2.5. Un tipo di particolare più fine, e per questo più dannoso, che fa meno notizia rispetto al PM10 perchè l’Unione Europea non ha ancora normato un valore giornaliero e un numero di giorni di sforamento massimo. L’assenza di una norma e di un dato di riferimento facile da comprendere, lo rende un problema meno discusso sui media locali e nazionali, dove si tende a banalizzare l’informazione e non fornire dati più completi per sviluppare un discorso più attento sull’inquinamento urbano.

Dopo aver osservato i dati relativi alle medie giornaliere, abbiamo cominciato ad esplorare quello che non è possibile fare con i dati ARPA. Siamo entrati nel dettaglio delle singole giornate per osservare le concentrazioni di particolato durante le diverse fasce orarie. Qui sotto vedete come i valori di una giornata oscillano e toccano i valori massimi durante le ore serali e notturne a causa della minore dispersione. Questo dettaglio orario, e in tempo reale, ci permetterebbe per esempio di monitorare fonti di emissioni molto localizzate, quali cantieri e incendi (ve lo ricordate l’incendio in Bovisa dell’Ottobre 2018?).

Il workshop è stata anche l’occasione per confrontarci con altre persone e realtà, come centraline dal basso, con cui ci piacerebbe continuare a lavorare per sviluppare il progetto. Dopo un periodo dedicato alla costruzione e alla diffusione delle centraline, il prossimo obbiettivo sarà focalizzato su come rendere disponibili in maniera più semplice dati raccolti attraverso interfacce visuali e servizi autogestiti.

Non vogliamo sentire più che siccome viviamo nella Pianura Padana ci tocca respirare quest’aria. La posizione geografica della città ci chiama a fare scelte radicali per quanto riguarda le politiche urbane e regionali sul controllo dell’inquinamento atmosferico. Un blocco del traffico di una domenica non ci salverà. Tantomeno un nuovo servizio di bike o car sharing elettrico. Respirare aria pulita è un diritto di tutte e tutti.