Stadio di San Siro: non c’è limite al peggio

Da settimane la vicenda del nuovo stadio di Inter e Milan a cui è legato il destino anche dello stadio Meazza a San Siro sembrava ferma, arenata tra le incertezze sulla situazione proprietaria e finanziaria delle due società calcistiche (che nel frattempo lanciano segnali e minacce di fantomatiche quanto improbabili e meno profittevoli soluzioni alternative tra Sesto S.G., San Donato e Rozzano, come ricatto e pressione nei confronti del Comune di Milano), i costi lievitati in maniera importante e il ricorso pendente al Consiglio di Stato contro l’abbattimento del Meazza.

Ecco invece improvvisa la notizia, confermata dal Sindaco Sala, di un dossier presentato dal Milan per costruire stadio e volumetrie commerciali e terziarie annesse sui terreni occupati oggi dall’impianto del trotto della Maura e dalle piste di allenamento per i cavalli adiacenti. Un’area prevalentemente a verde di 75 ettari di proprietà di Snaitech e confinante con il Parco di Trenno. Il dossier avrebbe il gradimento del Sindaco, anche per la natura privata dell’area, e figurerebbe l’ipotesi di un nuovo stadio per il Milan (su questo progetto da casa Inter non ci sono notizie al momento) e del mantenimento di quello di San Siro per altri impieghi o proprio per uso da parte della squadra nerazzurra. Esisterebbe già un preliminare di accordo di vendita tra Snaitech e F3A Green, lo sviluppatore immobiliare che porterebbe avanti l’iniziativa sull’area della Maura.

È da un trentennio che periodicamente interessi speculativi e progetti immobiliari provano a smantellare le piste di allenamento, importante area all’interno del sistema del verde e dei parchi della periferia ovest di Milano, mano a mano che le attività ippiche venivano ridotte. L’importanza ambientale e paesaggistica è stata riconosciuta con tutele ottenute negli anni da comitati e cittadini. La soluzione di portare il nuovo stadio e i milioni di mc di edifici annessi su quest’area sarebbe gravissima, non solo per i vincoli esistenti, ma pure per il consumo di suolo che determinerebbe. Di fatto un’ipotesi anche peggiore del progetto previsto sul Piazzale dello Sport.

Dal nostro punto di vista questa vicenda conferma la sudditanza dell’Amministrazione Comunale agli interessi degli sviluppatori immobiliari e svela ancora una volta la falsa retorica “green” del Sindaco, disposto a sacrificare ettari di aree verdi pur di soddisfare gli interessi delle due squadre. Continuiamo a pensare che l’unica soluzione sia mantenere e adeguare l’attuale stadio di San Siro e azzerare le volumetrie speculative previste. Quanto poi all’ipotesi di spostare il progetto sulle piste della Maura, se non sarà l’Amministrazione Comunale a bocciare questa follia, ci penseranno, come in passato e per altri scempi, gli abitanti della periferia ovest con invito a tutti i movimenti metropolitani che si battono per la giustizia climatica e il diritto alla città, per evitare inutile consumo di suolo e la devastazione di un’area così di pregio.