Sabato 9/9 h21 dibattito su Olimpiadi 2026 Milano-Cortina @VeniceClimateCamp

Sabato 9 settembre saremo a Venezia, dove all’interno del Venice Climate Camp, parteciperemo al dibattito “Milano-Cortina 2026 : le Olimpiadi dell’insostenibilità”, che avrà luogo alle ore 21 e che vedrà la presenza, oltre che nostra, di Letizia Molinari di Saccage 24 (collettività parigina attiva contro i Giochi di Parigi 2024) e Luigi Casanova di Mountain Wilderness Italia. Al centro dell’incontro la costruzione di un ambito di opposizione sociale e politica diffusa sui territori che metta al centro la critica ai Giochi Invernali 2026, all’insostenibilità del grande evento nell’attuale fase di crisi climatica e ambientale del Pianeta, al loro impatto sui territori, su casse pubbliche e beni comuni e sul piano sociale. I temi del dibattito saranno anche al centro dell’assemblea plenaria che domenica 10 concluderà il Venice Climate Camp.

Di seguito il testo di presentazione del dibattito di sabato: “Le prossime Olimpiadi invernali, che si svolgeranno in tre regioni italiane (Veneto, Trentino-Alto Adige, Lombardia) erano state vendute come “i Giochi invernali più sostenibili e memorabili di sempre”. A distanza di quattro anni dalla presentazione del dossier di candidatura non c’è neppure un’ombra di Valutazione ambientale strategica. Questo perché è la stessa logica che pervade grandi eventi come questo ad essere incompatibile con qualsiasi idea – anche blanda – di sostenibilità. L’impatto ambientale, sociale, economico di Milano-Cortina 2026 non è solo l’ennesimo esempio di greenwashing, ma si appresta a diventare un vero e proprio paradigma di uso di risorse pubbliche in funzione dei nuovi processi di accumulazione, ovviamente a discapito della natura e degli esseri viventi. Così come sta accadendo per le Olimpiadi di Parigi 2024 e per tutti i grandi eventi di questo tipo già progettati per il prossimo futuro. Come costruire un’opposizione sociale e politica a questa Olimpiade? Come relazionarci con altre realtà internazionali che già si mobilitano o si mobiliteranno contro eventi del genere?” 

Ricordiamo che la Regione Veneto è interessata da opere olimpiche e infrastrutture annesse per oltre 1,1 miliardi di euro, tra queste le più contestate e controverse sono la pista per le gare di bob a Cortina (oltre 120 milioni di costo), i cui lavori dovrebbero partire nell’autunno di quest’anno, il villaggio olimpico e le opere viabilistiche nella valle che porta a Cortina. Parallelamente sono cresciuti in maniera preoccupante ed esponenziale i progetti per nuovi impianti di risalita per lo sci alpino e, soprattutto, per nuovi sistemi di innevamento artificiale e relativi bacini artificiali di accumulo acque.

Quale che sia la natura delle opere più o meno connesse alle Olimpiadi 2026 o “stimolate” da queste, con l’avanzare della macchina organizzativa e l’avvio dei lavori, crescono le proteste: ultima ma non ultima a Dervio (LC) contro gli espropri per il potenziamento della superstrada che collega Milano con la Valtellina. Senza dimenticare l’effetto Olimpiadi a livello di condizione abitativa e accesso alla casa (già oggi problematica) a Milano, in particolare nelle zone della metropoli milanese più interessate da strutture e impianti olimpici (su tutte il comparto sud-est Romana-Corvetto). Da qui l’esigenza di costruire quanto prima e diffusa su più territori, una connessione delle lotte e la capacità di fare fronte comune alla macchina organizzativa olimpica.

Olimpiadi 2026, sfruttamento turistico della montagna, insostenibilità del modello “grandi eventi” a fronte dei cambiamenti climatici e del global warming, saranno argomenti di dibattito, iniziativa e azione anche al prossimo World Congress for Climate Justice, che si terrà a Milano dal 12 al 15 ottobre, in particolare nelle giornate del 13 e del 14. Per questi appuntamenti seguite gli aggiornamenti sul sito del WCCJ.