Piazza d’Armi: un presidio per dire “basta consumo di suolo!” e non solo

La Piazza d’Armi di Baggio: un’area verde di circa 37 ettari che, grazie al congedo dal Demanio militare e al “limite invalicabile” che l’ha isolata dal resto del mondo per più di trent’anni, si è rigenerata spontaneamente con una biodiversità unica all’interno di Milano, fornendo servizi ecosistemici di vitale importanza per la salute e la qualità della vita degli abitanti i quali, forse per riconoscenza, si sono mobilitati a migliaia per la sua salvaguardia e per farla diventare un parco pubblico. Quella lotta, negli anni, ha prodotto diversi risultati importanti tra cui: due vincoli di tutela da parte del MIBACT ed il riconoscimento, da parte di Regione Lombardia, di “Area di Rilevanza Erpetologica” (A.R.E.) della zona umida situata nella parte più defilata della Piazza d’Armi, laddove hanno trovano rifugio rospi smeraldini e tritoni crestati (due delle 34 specie di avifauna censite e protette presenti nell’area).

Eppure: nonostante la drammatica carenza di aree verdi a Milano, da sempre molto al di sotto degli standard “pro capite” indicati dalla Comunità Europea, resa ancora più evidente dalla grave siccità che stiamo subendo, ecco che dei “non meglio precisati sviluppatori urbanistici” sono tornati a minacciare il futuro ecosostenibile di Piazza d’Armi in quanto, sul lato ovest ed in spregio ai vincoli, questi vogliono realizzare volumetrie pari a due grattacieli Pirelli, concentrate su soli 18.000 m2, proprio dove ora c’è un boschetto che costituisce un importante corridoio verde di collegamento con il vicino Parco delle Cave. Nulla di strano per la Giunta Sala, campione mondiale di greenwashing, che agli alberi veri (quelli che forniscono servizi ecosistemici necessari alla nostra sopravvivenza) preferisce “Boschi Verticali” e fantomatiche forestazioni urbane a base di arbusti condannati a morire di sete per abbandono. Ed è questa, la narrazione del “modello Milano”, città sempre più esclusiva ed escludente per sua natura, confezionata per attrarre fondi speculativi e profitto da lavoratori sottopagati, con i suoi mega eventi per turisti spendaccioni, che va smontata e rispedita al mittente.

Il Farwest Ribelle torna quindi a far sentire la sua voce e lo farà domenica 19 giugno, alle ore 10:30, con un presidio “comunicativo” in via delle Forze Armate, angolo via Della Rovere, al quale parteciperanno diverse realtà in mobilitazione per la difesa delle molte aree verdi che, come la Piazza d’Armi, sono minacciate dal priapismo edilizio della “Milano che non si ferma” e dalla sua insaziabile voglia di privatizzazione della città pubblica e dei beni comuni.

Tutti i dettagli su: evento Facebook Difendiamo Piazza d’Armi