Giovedì 12 Maggio a Piano Terra una mostra e BEN due presentazioni:
AZIONE ANTIFASCISTA di Mark Bray (Antifa, the anti-fascist handbook, 2017) presentato dal curatore italiano Nicola Carella, Antifa Bari per Red Star Press.
DESIGNING RIOTS 01: Rivista illustrata per canaglie, di Critica Università Della Strada, 2022
La mostra: PER LA STRADA CON L’ARMATA NERA: appunti strategici sulla campagna di Liberazione.
Siamo le lavoratrici e i lavoratori della “smart city” e dello spettacolo, siamo rider, migranti, smart worker, partite iva, creativə digitali, stagistə e tirocinanti, studentesse e studenti in mobilitazione contro l’alternanza Scuola-Lavoro.
Siamo parasubordinatə e somministratə, lavoriamo a chiamata, con contratti a termine o false collaborazioni autonome; siamo neet, lavoratrici e lavoratori in nero, disoccupatə che hanno rifiutato con orgoglio l’ennesimo “bullshit job”.
Siamo persone con disabilità, da sempre emarginati dalla società, nati o diventati così anche per gli incidenti che si verificano nel mondo del lavoro.
Siamo sex workers, siamo trans, siamo persone che cercano di interrompere una gravidanza ma le farmacie ci negano la pillola del giorno dopo, siamo vittime di violenza fisica e psicologica in casa o sul posto di lavoro.
💪 Siamo il 99%, la marea precaria che durante la pandemia è stata più esposta all’emergenza sanitaria e che ora rischia di trovarsi più colpita dalla crisi economica indotta dalla guerra e dal carovita. Siamo quellə senza casa o senza un “𝘗𝘢𝘱𝘪” ricco che la paga.
Dopo essere stati chiamati “𝘦𝘳𝘰𝘪” per aver continuato a lavorare durante la pandemia, siamo tornati ad essere invisibili!
“50 Sfumature di Verde” è il nuovo ciclo di incontri sulla città di Milano che a partire dal 21 aprile e fino alla fine di maggio, caratterizzerà le nostre serate del giovedì a Piano Terra. Tra greenwashing, diritto all’abitare e diritto alla città, foodification e nocività, cercheremo di smontare la narrazione dominante della metropoli, portando alla luce i costi ambientali e sociali che l’attuale modello di sviluppo di Milano implica.
Le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 sono scomparse o silenziate dal mainstream mediatico e dal dibattito pubblico, offuscate da guerre, crisi energetica ed economica, pandemia e, sul piano locale, dall’emergenza abitativa piuttosto che dalla vicenda stadio di San Siro. La macchina organizzativa e i cantieri delle opere accessorie vanno invece avanti, come avvenuto già durante il lockdown, accelerate dal Decreto Olimpiadi e con i soldi del PNRR come salvadanaio. Ne parleremo sabato 9 ad Abbiategrasso, ospiti dei Comitati NoTangenziale che si battono da anni contro una delle opere contenute anche nel dossier olimpico. Nel pezzo che segue proviamo a fare il punto sulla vicenda, per quanto sta accadendo sui territori interessati e per l’impatto economico e ambientale che i Giochi avranno.
Chiusi i Giochi Olimpici e Paralimpici di Pechino, con la consegna della bandiera a cinque cerchi ai sindaci di Milano e Cortina, è iniziato anche simbolicamente il countdown verso le Olimpiadi Invernali 2026. Proprio l’edizione cinese di recente conclusa ha evidenziato ancora una volta la divergenza tra emergenza climatica e crisi ambientale da un lato, e la necessità di far funzionare la macchina olimpica, costi quel che costi, inventandosi letteralmente la neve là dove non c’è (cosa peraltro già vista di recente anche nelle gare di sci a Cortina con la neve spostata a mezzo elicotteri dalle alte quote alle piste di gara) o costruendo nel nulla impianti e strutture destinate inevitabilmente alla rapida obsolescenza da inutilizzo, se non a fronte di costi crescenti per innevamento artificiale o manutenzione di impianti a basso utilizzo. Sono questi, tra gli altri, i motivi che hanno portato negli ultimi due decenni a un crescente rifiuto o rinuncia ad ospitare i giochi olimpici, anche quelli estivi, proprio perché insostenibili a livello di costi.
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