SPIRIT OF FREEDOM | Martina, Ornella, Valentina e i fermati a Calais liber* ora!

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UPDATE: le ragazze sono state rilasciate nel tardo pomeriggio del 27 gennaio, in stato di arresto restano sei migranti mentre per due attivisti francesi resta un foglio di via dalla zona di Calais, per questo motivo non dobbiamo interrompere l’azione solidale che ci ha spinto sin qui. Fino alla liberazione di tutte e tutti.

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Sabato 23 gennaio un corteo di quattromila migranti e attivisti è partito dalla “jungle”, il campo profughi di Calais, alla volta della città. La protesta antirazzista, per il diritto alla mobilità e contro le condizioni di sovraffollamento di un campo che ospita un numero di persone tre volte superiore alla sua capacità, si è conclusa a ridosso del porto dove centinaia di migranti hanno aperto le recinzioni rincorrendo un sogno: salire sul traghetto “Spirit of Britain” in cerca di una vita degna. Leggi tutto “SPIRIT OF FREEDOM | Martina, Ornella, Valentina e i fermati a Calais liber* ora!”

Rompiamo il vaso di Pandora | comunicato

All’alba di martedì 16 dicembre, undici persone (sette donne e quattro uomini), sono state arrestate con l’accusa di terrorismo nell’ambito dell’operazione “Pandora” nelle città di Barcellona, Madrid, Manresa e Sabadell. Oltre quindici le perquisizioni effettuate tra abitazioni e spazi occupati ed un totale di oltre 400 “mossos d’esquadra” impiegati in tutto il paese.

Secondo le parole del ministero dell’interno, a partire dal 2012, sarebbero una ventina le azioni di danneggiamento ai danni di banche, luoghi di culto e aziende riferite, almeno in parte, alle attiviste e agli attivisti arrestati. Sui media spagnoli si agita il fantasma del terrorismo anarchico. La stampa mastica e sputa la velina dei centoventi gruppuscoli antagonisti attivi nel territorio nazionale e con collegamenti all’estero: la bolla mediatica che alimenta il caso è figlia di questa strategia della confusione. Nel corso delle perquisizioni effettuate, oltre ad un rocambolesco ingresso in casa di una coppia di anziani dopo aver sbagliato piano, sono stati sequestrati pericolosi armamenti quali computer, telefoni cellulari e opuscoli di vario taglio.

pandora

Per capire perché undici persone sono oggi recluse in attesa di processo, facciamo un salto indietro di 24 ore. Lunedì 15 dicembre sono avvenuti due fatti: è stato siglato l’accordo Spagna-Cile contro il terrorismo di matrice anarchica ed è stata approvata la contestatissima “Ley Mordaza” (un insieme di provvedimenti volti a ipotecare con multe e prescrizioni la libertà di movimento e il mediattivismo). Alla luce di questi avvenimenti, Pandora” va letta come un’operazione “ad orologeria” orientata alla creazione di un senso di pericolo e di un clima emergenziale, utile a giustificare provvedimenti lesivi delle libertà individuali.

Agitare la parola terrorismo serve infatti non soltanto a spaventare, isolare, carcerare preventivamente, sgomberare, controllare, intercettare, comminare pene smisurate se relazionate ai fatti puntuali… serve anzitutto a seminare nella società un bisogno di protezione di cui l’autorità si fa garante. La lotta al terrorismo usata contro le lotte sociali non è che un disperato tentativo di ultima legittimazione dello stato e delle sue strutture ai danni non soltanto delle persone inquisite ma della popolazione allarmata e disorientata.

“Terrorisme és no arribar a final de mes” scandiscono gli slogan nelle piazze solidali, in un paese che paga già con 400 mila sgomberi all’anno e 12 milioni di poveri l’incedere di politiche destinate ad aumentare le disuguaglianze sociali. La sera del 16 dicembre sono almeno quindici le manifestazioni di protesta che percorrono in lungo e in largo le strade della Catalogna e di tutta la Spagna. L’obiettivo dichiarato è rompere il muro della narrazione tossica che vorrebbe da una parte inventare mostri da offrire in pasto ai media, dall’altra legittimare un giro di vite ai danni dei movimenti (pedinamenti, intercettazioni e il probabile sgombero della Kasa de la Muntanya, storica occupazione monitorata per mesi dalle telecamere della polizia). Almeno due di questi cortei sono stati oggetto di cariche da parte della polizia ma in migliaia sono scesi in piazza al fianco delle attiviste e degli attivisti sotto accusa. Un dato che vale più di mille parole.

Proprio ieri, in Italia, abbiamo assistito al crollo del teorema che incriminava 4 appartenenti al movimento notav per terrorismo. Prima che parte del castello accusatorio si sgretolasse, è passato un anno di carcere preventivo, mesi di isolamento e il tentativo di stigmatizzare il movimento e costringerlo nella spirale della lotta alla repressione.

Oggi, solidarizziamo con le e gli inquisiti di Spagna forti del crollo di quest’accusa grottesca. Pieni di rabbia e di desiderio di rivedere presto tutte e tutti libere.

–> Per adesioni: pandorastop@hotmail.com

Aderiscono

Frangette Estreme

Off Topic

Antispefa Milano

Cascina Torchiera

Sos Fornace

Foa Boccaccio

Farro & Fuoco

Genuino Clandestino

XM24

Genova non è finita. Dieci, nessuno, trecentomila..

APPELLO ALLA SOCIETÀ CIVILE E AL MONDO DELLA CULTURA

audio della campagna

La gestione dell’ordine pubblico nei giorni del G8 genovese del luglio del 2001, rappresenta una ferita ancora oggi aperta nella storia recente della repubblica italiana. Dieci anni dopo l’omicidio di Carlo Giuliani, la “macelleria messicana” avvenuta nella scuola Diaz, le torture nella caserma di Bolzaneto e dalle violenze e dai pestaggi nelle strade genovesi, non solo non sono stati individuati i responsabili, ma chi gestì l’ordine pubblico a Genova ha condotto una brillante carriera, come Gianni De Gennaro, da poco nominato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Leggi tutto “Genova non è finita. Dieci, nessuno, trecentomila..”

Resistenze territoriali approdano alla MayDay: uscire da Expo, fermare la Tem!

Appello per un spezzone delle resistenze territoriali alla MayDay012
Due misure concrete contro la crisi: uscire da Expo 2015, opporsi alla Tem

Le opere essenziali previste dal dossier di candidatura per Expo 2015 ammontano a circa 1,4 miliardi di euro. Se aggiungiamo anche i costi per gestire i 6 mesi di evento, il budget ammonta a 2,5 miliardi a fronte di ricavi preventivati dalla società Expo 2015 e derivanti dalla vendita dei biglietti di 1 miliardo circa (ad essere ottimisti!). In altre parole Expo 2015 parte già con un buco di 1,5 miliardi di euro, soldi pubblici che potrebbero/dovrebbero essere investiti per garantire diritti fondamentali come la mobilità, la casa, la salute, l’istruzione e la continuità di reddito. Se a questi dati aggiungiamo gli 11 milardi di euro delle cosiddette opere connesse incluse nel dossier di candidatura – tra cui inutili quanto devastanti infrastrutture quali la Tem, la Bre.Be.Mi e la Pedemontana Leggi tutto “Resistenze territoriali approdano alla MayDay: uscire da Expo, fermare la Tem!”