Le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 sono scomparse o silenziate dal mainstream mediatico e dal dibattito pubblico, offuscate da guerre, crisi energetica ed economica, pandemia e, sul piano locale, dall’emergenza abitativa piuttosto che dalla vicenda stadio di San Siro. La macchina organizzativa e i cantieri delle opere accessorie vanno invece avanti, come avvenuto già durante il lockdown, accelerate dal Decreto Olimpiadi e con i soldi del PNRR come salvadanaio. Ne parleremo sabato 9 ad Abbiategrasso, ospiti dei Comitati NoTangenziale che si battono da anni contro una delle opere contenute anche nel dossier olimpico. Nel pezzo che segue proviamo a fare il punto sulla vicenda, per quanto sta accadendo sui territori interessati e per l’impatto economico e ambientale che i Giochi avranno.

Chiusi i Giochi Olimpici e Paralimpici di Pechino, con la consegna della bandiera a cinque cerchi ai sindaci di Milano e Cortina, è iniziato anche simbolicamente il countdown verso le Olimpiadi Invernali 2026. Proprio l’edizione cinese di recente conclusa ha evidenziato ancora una volta la divergenza tra emergenza climatica e crisi ambientale da un lato, e la necessità di far funzionare la macchina olimpica, costi quel che costi, inventandosi letteralmente la neve là dove non c’è (cosa peraltro già vista di recente anche nelle gare di sci a Cortina con la neve spostata a mezzo elicotteri dalle alte quote alle piste di gara) o costruendo nel nulla impianti e strutture destinate inevitabilmente alla rapida obsolescenza da inutilizzo, se non a fronte di costi crescenti per innevamento artificiale o manutenzione di impianti a basso utilizzo. Sono questi, tra gli altri, i motivi che hanno portato negli ultimi due decenni a un crescente rifiuto o rinuncia ad ospitare i giochi olimpici, anche quelli estivi, proprio perché insostenibili a livello di costi.
Leggi tutto “Olimpiadi Milano-Cortina 2026: un lusso per pochi a spese di ambiente, territori e classi più povere”