#NoTav | Cosa si cela dietro la ritirata francese?

«Ci si può chiedere se prolungare questa o quella linea ad alta velocità per un guadagno di tempo marginale sia preferibile al mantenimento della rete secondaria del trasporto ferroviario, indispensabile perché utilizzata da molte persone».

Le parole usate da Jérôme ­Cahuzac (ministro del Bilancio d’oltralpe) per giustificare l’ipotesi di ridiscutere le 14 tratte ad alta velocità messe in cantiere dal governo Sarkozy, farebbero sorridere il più tiepido dei sostenitori della resistenza notav…e sostenitori tiepidi, dalle nostre parti, proprio non ce ne stanno. Dalla mattina di ieri fiumi d’inchiostro sono stati spesi per commentare la decisione del governo francese di incaricare una commissione di tecnici e parlamentari di verificare l’utilità e l’attualità del faraonico piano sull’alta velocità (260 mld d’investimento per 2000 km di tracciato) progettato all’Eliseo dall’entourage di Sarko. Nell’arco di ventiquattro ore Parigi annuncia una decisa riduzione del contingente militare in Afghanistan e individua nel taglio dell’alta velocità una possibile, concreta, risposta alla crisi. Leggi tutto “#NoTav | Cosa si cela dietro la ritirata francese?”

Vogliamo un commissario..ma che sia straordinario (CGIL dixit)

Apprendiamo dai media dell’esistenza di un sindacato preoccupato di difendere lo stato sociale, il bene pubblico, i diritti dei senza diritti.  Il suo segretario si chiama Susanna Camusso e le sue parole d’ordine sono “unità sindacale” e “difendiamo la produzione”. Forse è per questo secondo principio che la Cgil contende a pericolosi concorrenti (Lunardi, Vespa, Formigoni, Berlusconi, Fassino solo per citare i più noti) la passione per grandi opere, infrastrutture, cemento. A prescindere avrebbe detto Totò. Basta fare, in Valle come a Rho-Pero, perchè porta lavoro, dicono lor; lavoro precario, insicuro, a caporalato, in nero, aggiungiamo noi…ed una catena infinita di attività produttive in dismissione, poichè questo lavoro tanto augurato è improduttivo a livello territoriale e fortemente impattante sul tessuto economico e sociale esistente.

E’ l’ennesima bufala di Expo 2015, quella dei 70.000 posti di lavoro e della grande opportunità che tanto ricorda le promesse di FieraMilano di qualche anno fa (rileviamo che la metà dei lavoratori a tempo indeterminato di quest’azienda sono stati licenziati dopo un periodo di mobilità). Questa volta è FILLEA (il comparto edili della CGIL) a lanciare allarmi, a invocare il rischio di commissari straordinari e poteri forti, per non veder fallire Expo 2015. Banche, confindustria e costruttori saranno plaudenti Leggi tutto “Vogliamo un commissario..ma che sia straordinario (CGIL dixit)”

Alcune note sui tavoli partecipativi nel quartiere Isola

Lo scorso 22 maggio gli assessorati all’urbanistica e decentramento hanno organizzato, in collaborazione ai Comitati x Milano di zona 9, un incontro alla parrocchia di via Sebenico sul tema “nuovi servizi per il quartiere isola”. Nel corso della serata cittadini e associazioni si sono avvicendati nell’esporre domande, critiche, esigenze, relativamente a grandi e piccole problematiche dei quartieri Isola e Garibaldi.

All’alba di martedì 10 luglio, nel cuore della calda estate milanese, i due tavoli di partecipazione promessi in occasione dell’incontro verranno attivati dall’amministrazione sulle due priorità assolute per la zona: ubicazione del centro civico e restyling del cavalcavia Bussa. Accantonate vicende del tutto marginali quali destinazione del mercato di Piazza Minniti, il nuovo asilo comunale, il Modam ed il Centro Culturale del p.p.i. Varesine solo per citarne alcuni random, l’attenzione è quindi focalizzata su due questioni piuttosto periferiche per l’Isola e comunque marginali per gli investimenti in campo (ai limiti del ridicolo la cifra di 2mln di euro stanziati per il centro civico).

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Entusiasmo e speculazione a Ponte Lambro: i cento volti della notizia

Il borgo di Ponte Lambro fu assorbito dalla città di Milano nel 1925, l’inclusione fu attuata in occasione degli espropri per la realizzazione del canale navigabile. La sua storia è irriducibile allo spazio offerto da queste righe ma di certo l’immaginario distorto con cui oggi conosciamo questo quartiere mette radici nei modi di governo del territorio periferico del secondo dopoguerra. A partire dagli anni sessanta l’ampliamento dell’area aeroportuale di Linate e la realizzazione della Tangenziale Est (unitamente ai confini naturali) determinarono una progressiva separazione del quartiere dal contesto urbano della città in espansione. Leggi tutto “Entusiasmo e speculazione a Ponte Lambro: i cento volti della notizia”