#NoCanal ebook: storia della lotta che ha messo a nudo Expo

Un anno fa iniziava la lotta No Canal nei parchi Pertini, Trenno e delle Cave contro la Via d’Acqua di Expo 2015.

Ma già dal 2012 avevamo iniziato un lavoro di contro-informazione su un opera che secondo noi raccontava, e racconta, il “sistema Expo”. Quello fatto di corruzione economica, politica e sociale, quello fatto di disprezzo dell’ambiente, quello fatto di poteri speciali e commissari unici che decidono per tutti.

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L’alluvione di questi giorni e le esondazioni di Seveso, Lambro e Olona, hanno poi  confermato la fragilità del sistema delle acque di Milano, mettendo ancora più in evidenza l’irrazionalità di voler fare un opera come la Via d’Acqua, inutile e nella sua ultima versione persino slegata dai destini di Expo.

Ora sia Pisapia che Sala sembrano correre ai ripari annunciando di voler destinare parte dei fondi della Via d’Acqua al dissesto idrogeologico e limitare il canale solo alla fuoriuscita dell’acqua dal sito espositivo.

“Tra alberi e ruspe sappiamo da che parte stare” dicevamo nelle albe gelide di un anno fa insieme a centinaia di cittadini in lotta.

Questa è la loro (e la nostra) storia.

 

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Sprofondo Expo

Il Prefetto di Milano che chiede al ministero dell’Interno di snellire i controlli antimafia.
Il vicecapo della polizia avvertito che l’interdizione della Mantovani (definita dalla magistratura “un gruppo economico criminale”) dal cantiere significherebbe non fare Expo.
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Il provveditore alle Opere pubbliche di Lombardia e Liguria Pietro Baratono che dice al prefetto che l’emissione di un eventuale provvedimento interdittivo potrebbe mettere a rischio la realizzazione della manifestazione e si lamenta per il fatto che lo stato di avanzamento dei lavori verificato dai suoi funzionari nei cantieri non corrisponde a quanto ufficialmente dichiarato da Expo 2015 spa.
La richiesta della Prefettura di Milano di snellire le verifiche antimafia che viene accolta il 28 ottobre 2013 dal ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Il commissario Sala che dice ai suoi: o si fa così, o non si fa Expo.
Pisapia e Maroni che concordano sul dare più poteri speciali al commissario unico Sala, già dotato di poteri di droga da maggio 2013: è il modello Bertolaso/L’Aquila.
E per dare più poteri serve un nuovo decreto del governo Renzi.
Ma sia la tipologia del cantiere, sia la tempistica sono “eccezionali” per l’Italia, dice Sala.
Questo e altro nell’inchiesta su Expo domani in edicola con L’Espresso.
Che confermerebbe quello che diciamo da tempo: Expo si può e si deve fare anche in un contesto di illegalità diffusa, forzando norme e regole, sperimentando l’uso del Commissario con poteri speciali. Addolcendola con la retorica mafia free, le white list, i protocolli di legalità, il mantra dell’evento salvifico.
Per noi Expo continua a riassumersi nelle sette parole chiave di Expopolis: debito, cemento, precarietà, poteri speciali, spartizione, mafie, nemico pubblico. E i fatti sembrano darci ragione.

L’eccellenza nell’era della città vetrina | vol.1

Nella Lombardia dell’era Formigoni il marketing politico era dominato da un tormentone: l’eccellenza. L’eccellenza lombarda nella sanità pontificata mentre il San Raffaele e l’eccellente Fondazione Maugeri si sbriciolavano come neve al sole travolti da debito e corruzione. Mentre il Santa Rita veniva conosciuta in tutto il mondo come “clinica degli orrori”. Finito il regno del Celeste, l’eccellenza continua a dominare lo scenario dei buoni propositi della governo della metropoli nel pre Expo 2015. L’intervista tipo del politico di turno non può non tirare in ballo l’eccellenza lombarda: “nell’agroalimentare, nell’industria….forse è meglio dire nell’artigianato….e poi la moda si! Questa l’ho detta giusta. Beh, forse è meglio non entrare nel dettaglio: l’eccellenza, basta la parola!”

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Meriterebbe in proposito un lungo capitolo la questione dell’agroalimentare nell’evento che nutre il pianeta asfaltando i terreni agricoli, ci soffermeremo invece, almeno inizialmente, sul prodotto culturale di questa città, prodotto che in vista del mega-evento giocherà ovviamente un ruolo fondamentale (chi altro se non la produzione culturale può veicolare il messaggio “expista” volto a salvare il mondo?). In particolare vi parleremo di alcuni casi emersi nell’ultimo mese ben esemplificativi del livello d’eccellenza che la cultura istituzionale riesce a produrre.

La Scala

Reduce dalla tournee dei record in Giappone, il 30 settembre coro e orchestra della Scala scrivono una lettera al sindaco nonché presidente della Fondazione Scala Giuliano Pisapia. Leggi tutto “L’eccellenza nell’era della città vetrina | vol.1”

I primi 2 anni della giunta Pisapia. Ovvero: come ti cambia fare l’amministratore a Milano

Un articolo per fare il punto su quel che accade nell’afosa Milano della patina arancione

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Tra pochi giorni saranno ufficialmente i primi due anni di governo arancione a Milano, anniversario suggellato tristemente dalle manganellate di ieri pomeriggio sotto Palazzo Marino: simbolo di una giunta chiusa nelle sue stanze, incapace ormai di mantenere anche solo la facciata di apertura, comunicazione con le istanze del territorio e cambiamento nell’amministrazione pubblica. Leggi tutto “I primi 2 anni della giunta Pisapia. Ovvero: come ti cambia fare l’amministratore a Milano”

Expo capitolerà nelle mani della ‘ndrangheta?

Expo: quando tra ritardi, vuoti di potere e speculazione…a vincere è soltanto la ‘ndrangheta.

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Che l’affaire Expo2015 sia una patata bollente passata dalle guantate mani morattiane e quelle del “gentile” Pisapia è cosa nota a tutti. Così come è noto che sul mega progetto, che dovrebbe segnare profondamente le sorti urbanistiche della città metropolitana, si assista giorno dopo giorno all’accumularsi di un ritardo incolmabile che sta provocando annunci a catena di rinunce: Expo si sgretola un progetto alla volta. Leggi tutto “Expo capitolerà nelle mani della ‘ndrangheta?”