Presidio: Volontariato postmoderno? Sfruttamento medievale

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Mercoledì prossimo parteciperemo anche noi al convegno “Volontariato post-moderno. Da Expo Milano 2015 alle nuove forme di impegno sociale“. Nonostante l’impegno profuso a scandagliare l’economia della promessa del grande-evento non siamo stati invitati, quindi il nostro contributo comincia con questo appuntamento e con questo documento (che trovate anche su fb). Di seguito l’appello apparso in rete.

Volontariato postmoderno? Sfruttamento medievale

C’era una volta il volontariato, progetto o iniziativa svolta per sostenere progetti e associazioni non a scopo di lucro. Poi venne Expo (che voi direte, fa così tanto 2015) e a Milano furono 8500 gli studenti, giovani e meno giovani non pagati, per sostenere le finanze del grande evento…un passaggio fondamentale dal punto di vista culturale, che ha sdoganato il volontariato come lavoro non retribuito, tempo ed energie spese per sostenere un’impresa tutt’altro che no profit.

Siamo le studentesse e gli studenti che non si piegano all’alternanza scuola-lavoro. Siamo le precarie e i precari indignati di fronte alla violenza del Jobs Act. Siamo giovani stagisti non retribuiti e apprendiste senza diritti né sicurezza sul lavoro.

Oggi accademici e politici si confrontano sulla bellezza e l’attualità “post-moderna” del divenire volontari a tempo determinato, al servizio dell’azienda, della sharing economy a profitto di pochi e dell’economia dell’evento. Da tutte e tutti noi l’appello a non lasciarli soli nel loro convegno: il lavoro si paga, sempre.

Il tempo non è denaro ma intanto pagateci!

A partire dalle 17 in punto saremo in presidio all’ingresso del Convegno con un’agorà di interventi, reading, performance, per dire NO a qualunque camuffamento in salsa “volontaria” di forme di lavoro non retribuito, sottopagato, insicuro, nocivo, privo di diritti…che sono la prima negazione di un futuro per tutte e tutti noi.