Il 21 febbraio NoExpo significa NoTav

La realizzazione del traforo del Sempione fu il pretesto per organizzare Expo1906. Expo1906, svoltosi a Milano, fu il pretesto per realizzare il traforo del Sempione.
Il rapporto Grandi Opere/Grandi Eventi dopo un secolo rimane ben saldo a plasmare simbolicamente le trasformazioni sociali derivate dal dominio del mercato sui territori. Ieri il Sempione, oggi le nuove grandi autostrade lombarde, oggi il ballo del mattone, oggi il Tav: opere “maestose” a servizio delle ambizioni di una classe dirigente impegnata ad esibire a livello internazionale il proprio dominio sull’intero paese, opere rese spettacolari anche grazie all’organizzazione di appositi megaeventi.

Molto a dire il vero è cambiato oggi rispetto alla realtà di inizio 900, sopravvive però bene quella dimensione spettacolare in grado di fermare l’attenzione pubblica in superficie, occultando il processo di costruzione di un’intera società indirizzato su binari generatori di debito, cemento e precarietà. Lo spettacolo in vetrina, lo stato d’eccezione nelle strade, alcune volte ottenuto attraverso la repressione, altre volte attraverso deroghe infinite rispetto alla norma, sempre con l’obiettivo di organizzare attraverso prove di forza un sistema di valori imposto dai pochi ed utile solo alla preservazione della disuguaglianza (crescente) esistente.
Per questo è importante unire le lotte, per questo il 21 febbraio NoExpo significa NoTav

 

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