Diamo una spallata alle #olimpiadi2026: ORA!

In attesa dell’incontro milanese del prossimo 4 ottobre, un invito all’azione in calce al post.

Entro il 19 settembre il CONI e il Governo dovranno decidere e comunicare al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) se l’Italia si candida o meno, e con che modalità, a organizzare il Giochi Olimpici Invernali del 2026.

Dopo mesi di gioco al rimpiattino tra Sala, Appendino e Zaia, interessati a massimizzare ritorno di immagine e business (?) per il territorio di competenza, la situazione è oggi allo stallo totale (non che la cosa ci dispiaccia). Torino, forte dell’indebitamento dell’esperienza del 2006 invoca la sostenibilità, Milano insiste col refrain di Expo e del brand al di sopra di ogni cosa e Cortina (che sta già preparando i mondiali di Sci 2021) fa sua la chance di partecipare. Eppure alle spalle del discorso pubblico si gioca uno scontro tutto politico tra M5S, PD e Lega per la spartizione del grande-evento, che rischiamo di pagare collettivamente, con un indebitamente pubblico sine die.
Una partita truccata: nessuno mette in dubbio costi e benefici delle Olimpiadi, meno che meno l’impatto ambientale sui territori coinvolti, aggravato dalla possibilità che impianti e infrastrutture connesse siano sparse su 600km di arco alpino. Per non dire del fatto che le olimpiadi 2024 e 2028 sono state assegnate a tavolino per assenza di città candidate (!) e non ultima proprio Roma che vorrebbe ora, goffamente, rientrare in partita.

Mentre da Sion a Graz, da Sapporto a Salt Lake City non si contano i paesi che hanno già manifestato interesse e poi ritirato la candidatura alle olimpiadi invernali 2026, anche l’impasse italiana potrebbe giungere a un punto di stallo nelle prossime ore. La competizione sportiva, così come ogni velleità di sostenibilità ambientale economica e democratica, è stata definitivamente asfissiata. Se l’evento è considerato globalmente indesiderabile, non resta che raccogliere l’invito del Coordinamento NO Olimpiadi, di cui facciamo parte, a spingere con un MAIL BOMBING a redazioni e siti d’informazione, affinché la lettera aperta CHE TROVATE A QUESTO INDIRIZZO sia pubblicata dagli organi di stampa e circoli il più possibile!