Greetings from Milan: 2026 Winter Olympics are not welcome

Nonostante una pioggia battente, sabato 10 febbraio più di un migliaio di persone sono scese in piazza a Milano, nel corteo popolare convocato dal Comitato Insostenibili Olimpiadi al termine di una settimana di mobilitazioni e iniziative diffuse a due anni dall’avvio dei Giochi Olimpici invernali 2026. Contemporaneamente, sotto la Regione Veneto movimenti, associazioni ambientaliste e comitati locali hanno svolto un presidio per protestare contro le devastazioni che il grande evento porterà nel loro territorio: a cominciare dalla rediviva pista da bob a Cortina, la cui realizzazione è stata di recente assegnata alla Pizzarotti di Parma, nonostante il parere contrario persino del CIO (non noi, ma l’altro) e il fatto che, molto probabilmente, quello che è destinato a essere un nuovo impianto presto abbandonato in montagna non sarà nemmeno pronto per l’appuntamento olimpico. Una lunga lista di adesioni, a testimonianza del grande lavoro di relazioni e incontri, che ha portato a costituirsi una ampia piattaforma e comunità, appunto dalla montagna alla città, che vuole fermare, se non l’evento in sé, i suoi effetti più dannosi e nocivi.

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Dietro le quinte del (film sul) grande evento

Il dietro le quinte della passeggiata cinematografica nei quartieri di Milano interessati dalle Olimpiadi

In avvicinamento alle giornate di mobilitazione diffuse contro il grande evento Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, Cine SenzaForum e Off Topic hanno proposto, insieme a Caucaso Factory, due giornate di laboratorio cinematografico sui temi dell’impatto dei Mega Eventi su territori e popolazioni locali. 

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10.2 | h15 piazza Lodi | Corteo: dalla montagna alla città, Olimpiadi insostenibili

Dopo la partecipatissima assemblea di sabato 20 gennaio a Piano Terra, dove più di un centinaio di persone si sono ritrovate da mezza Italia per confrontarsi e discutere sulle iniziative, singole e comuni, di lotta, il Comitato Insostenibili Olimpiadi lancia per il 10 febbraio il corteo “Milano-Cortina 2026: dalla montagna alla città, Olimpiadi insostenibili” con partenza ore 15 da piazza Lodi a Milano.

Il 6 febbraio 2026 inizieranno le Olimpiadi Milano-Cortina, i Giochi invernali più insostenibili di sempre: a due anni dall’inaugurazione del mega-evento, diversi territori dell’Alta Italia si mobilitano in una settimana di iniziative per incepparne la macchina già in crisi per malagestione e denunciare danni ed effetti negativi cui sin da ora stiamo assistendo sui 400 km interessati di arco alpino e pianura. Abbiamo un’altra idea di città e montagna, liberiamo lo spazio urbano e le terre alte da privatizzazione ed estrattivismo.

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Rien ne va plus. Due giorni di cinema (anti)olimpico

In avvicinamento alle giornate di mobilitazione diffuse contro il grande evento Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026 previste tra il 5 e il 10 febbraio 2024, Cine SenzaForum e Off Topic propongono, insieme a Caucaso Factory, due giornate di laboratorio cinematografico sui temi dell’impatto dei Mega Eventi su territori e popolazioni locali che si terrà a Piano Terra (via Confalonieri 3, M5 Isola, Milano). Saranno proiettati alcuni film dell’autore Enrico Masi selezionati a partire dai progetti di ricerca filmica e visuale sulla Londra delle Olimpiadi del 2012 e dalla successiva “trilogia Brasiliana” sui conflitti urbani connessi ai Giochi Olimpici di Rio 2016. Sulla base di queste esperienze, nella mattina di sabato 27 verrà proposto un laboratorio di ripresa Arriflex 16mm sui luoghi del prossimo grande evento milanese.

Di seguito il programma della due giorni.

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Corvetto, mon amour: una passeggiata di autoformazione per dialogare con chi lotta contro la speculazione nel quartiere

Da qualche mese, dopo il laboratorio di mappatura che abbiamo portato avanti su San Siro e la pubblicazione del pieghevole, stiamo replicando un’indagine simile sul quartiere di Corvetto, oggetto di mire speculative da parte della macchina olimpica e altri protagonisti del saccheggio di Milano. Come parte di questo laboratorio collettivo, domenica 19 novembre abbiamo fatto una passeggiata di autoformazione nel quartiere, incontrando e conoscendo meglio chi si oppone alle trasformazioni in atto in nome di diritti negati a partire da quello alla casa. Dialogare con le realtà che lottano, alcune delle quali coinvolte nel laboratorio di mappatura, ha reso ancora più chiara l’oppressione materiale e concreta generata dal «modello Milano», incentrato sui grandi eventi e gli interessi privati come motore di un certo tipo di sviluppo urbano. Il testo che segue è quindi il racconto della giornata e delle riflessioni che sono emerse.

Quando si parla di «rigenerazione urbana», una delle idee dominanti è la convinzione che si tratti di un miglioramento del quartiere a beneficio della collettività e, per questo motivo, incontestabile. Tuttavia, passeggiando e dialogando con le persone che lo vivono emerge chiaramente come piuttosto si tratti innanzitutto di un’operazione mirata a renderlo più appetibile ai vari interessi del capitale e di chi ci specula. L’inizio della passeggiata in via Adige in Porta Romana tocca un caso che ne è un esempio, dove ci sono due palazzi di proprietà dell’ATS affittati con un canone calmierato e ora al centro di un’operazione che vuole metterli a profitto.

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